Comunicato n. 16 del 03/05/2010

CAMPIONATO ITALIANO A NOVE 2010 FIDAF – PLAY OFF

MONSERRATO – Campo Eliseo Corona (Terramaini)- Via Cesare Cabras 06/06/2010 – Ore 17,30

CRUSADERS CAGLIARI
VS
SHARKS PALERMO

 

UN EVENTO INSOLITO, DA NON PERDERE!

Non è una semplice semifinale quella di domenica prossima. Sul manto erboso di Terramaini è in palio la leadership nella Conference dell’Italia Meridionale.

I rosso argento sono chiamati ad una difficile impresa perché i numeri dicono chiaramente che gli Sharks Palermo rappresentano la compagine più forte da Roma in giù. E la doppia sconfitta subita dai cagliaritani ad inizio stagione ne è la prova lampante. Da allora la mentalità degli uomini allenati da Giacomo Clarkson è nettamente cambiata. Ora sanno di giocarsi un posto per la finalissima, daranno l’anima davanti al proprio pubblico, rinfrancati dalle due vittorie consecutive in trasferta rispettivamente a Napoli e a Bari. Questa settimana sono stati modificati i giorni dell’allenamento: la seduta del sabato è stata anticipata al venerdì per provare in tranquillità schemi e situazioni di gioco e arrivare riposati il giorno dell’importante disputa.
Il reparto offensivo siciliano gode di massimo splendore grazie alla personalità del qb Paride Zappalà, giocatore esperto, atletico e tecnicamente preparato. Sarà molto complicato riuscire a frenare le sue penetrazioni anche perché attorno a lui gravitano dei compagni validissimi. Insieme danno vita ad un gioco equilibrato con corse e lanci ben distribuiti che fanno correre anche i quarterback. Nel match di ritorno i sardi furono presi alla sprovvista perché il coach palermitano Massimilano Lecat impiegò il qb di riserva Emanuele Gariffo che espresse un gioco differente rispetto a quello di Zappalà. Il cambiamento tattico li disorientò, ma nell’economia del gioco pesarono anche dei deprecabili svarioni difensivi.
L’euforia per aver raggiunto una semifinale che mancava dal 2005 porterà di sicuro nuovi stimoli ai padroni di casa. Fare dei parallelismi con la compagine che nel 2003 perse in finale allo stadio Franchi di Firenze contro i Guelfi e che poi si riscattò l’anno successivo con il successo sui Red Jackets Sarzana appare una forzatura. E i motivi li spiega Giacomo Clarkson nell’intervista in basso.
All’Eliseo Corona di Monserrato si attende il pubblico delle grandi occasioni. Parenti e amici dei Cusaders stanno facendo a gara nel tappezzare la città di locandine che si possono scaricare dal sito web ufficiale. Durante la gara ci sarà il solito sottofondo musicale con gli interventi mirati degli speaker Carlo Carruana (ex giocatore) e Dario Mannoni (vice presidente) che spiegheranno le fasi di gioco a coloro che non masticano regolarmente la disciplina. La mamma dell’attaccante di linea Mirko ‘Cicogna’ Mattana sarà invece coinvolta nella vendita di cappellini e magliette nel cuore degli spalti. “Spero che la concentrazione rimanga alta com’è restata fino a domenica scorsa – rimarca il presidente Emanuele Garziagiocare in casa ha dei vantaggi ma anche degli svantaggi perché ti da’ sicurezze che quando parti in trasferte devi invece cercare”.

 

DOPO LA SCORPACCIATA DI TARALLI, GIACOMO CLARKSON SOGNA UN’INDIGESTIONE DI ARANCINI

Custodisce gelosamente un pacco di taralli gentilmente regalatogli da Carmelo Fabiano, guardia dei Wil Boars. E quando ne addenta uno non può che pensare alla bella prestazione di Bari. L’head coach Giacomo Clarkson adora associare una pietanza alla squadra che va ad affrontare. E l’arancino siciliano rappresenta un altro piatto tipico che lo fa andare in estasi. Il suo è un autentico interscambio culinario perché ama promuovere i prodotti sardi: nella trasferta in Puglia è riuscito ad imbarcare un consistente vassoio di ‘pardule’ che sicuramente ha lenito l’amarezza dei giocatori baresi.

A Bari avete fatto festa?

Siamo andati a cena con Valerio Lore’ e Marco Giardino, due dirigenti dei Wild Boars. Li conoscevo già, oltre ad essere degli ottimi giocatori sono delle persone squisite con le quali fa piacere giocare a football. Poi si vince e si perde, è nella logica delle cose. Due anni fa vinsero loro, quest’anno è toccato a noi. Per me è stato un piacere essere andato a Bari ed aver giocato contro di loro.

Che gara é stata quella giocata sul campo di Carbonara?

E’ stata una bella partita , abbiamo fatto un ottimo primo tempo. Nella ripresa dal punto di vista offensivo abbiamo vissuto di rendita; loro son venuti fuori con due touchdown. Non dico che la partita fosse sotto controllo, però quel che di buono abbiamo fatto nel primo tempo ci ha consentito di portare a termine l’avventura.

C’é’ stato un calo da parte vostra, oppure i Wild Boars sono migliorati vistosamente ?

Tutte e due le cose. I Wild Boars hanno modificato qualcosa in avanti, mentre in difesa sono stati più attenti. In attacco abbiamo avuto un calo, poi ci sta prendere un touchdown perché non abbiamo una retroguardia dominante in grado di non prendere mai un touchdown. Può succedere perché rientra nella logica del gioco, però abbiamo resistito abbastanza bene. Loro d’altro canto una ragione dovevano avercela perché sennò la partita finiva lì e ce ne andavamo tutti a casa.

Ovviamente gli elogi vanno alla squadra senza distinzioni

Hanno giocato tutti bene, possiamo dare una menzione speciale a Marco ‘Mister Muscolo’ Melis che ha realizzato i primi tre punti con un field goal da una distanza non usuale per il campionato a football a nove e forse anche per il campionato di A2. Se non mi sbaglio abbiamo calciato dalle 32 iarde che sommate all’end zone e al punto dove è stata messa la palla, risulta un calcio di complessive 45 iarde che è davvero molto, seppur con favore di vento, però non era per niente semplice.

Lo Special Team sta finalmente funzionando

Diciamo che ha sempre funzionato quando doveva

Ritornano gli Sharks Palermo, ormai non potete più dire di non sapere niente di loro

Il problema è che pur conoscendoli evidentemente non abbiamo capito come dobbiamo affrontarli. Due volte che gli abbiamo incontrati, due volte ci hanno battuto. Adesso vedremo domenica cosa succederà.

Non sono mai state delle vittorie schiaccianti quelle dei palermitani.

Si, è così, il problema è che alla fine hanno vinto. Se ci avessero surclassato i ragionamenti da fare si ridurrebbero, invece stiamo pensando di trovare qualcosa che ci consenta di colmare il gap; alla fine quel che conta è vincere la partita.

C’è una posta in palio importante, ma a furia di giocare anche i Crusaders non sono più quelli delle prime due giornate di campionato

Paradossalmente ci è andata meglio, perché gli Sharks escono da un periodo di un mese e mezzo di non gioco. L’ultima partita giocata contro Salerno, da quello che ho capito, non gli ha impegnati più di tanto. Secondo me questo è anche controproducente perché toglie tensione e abitudine allo scontro ufficiale. Da quel punto di vista siamo avvantaggiati perché é da ormai due mesi che non facciamo altro che andare avanti e indietro dalla penisola, aspetto che ci fa solo bene. I giovani acquisiscono esperienza e abitudine al gioco giocato e i vecchi si ricordano alcune cose. D’altra parte gli Sharks sono giocatori non solo forti ma anche esperti. Hanno giocato in A2 l’anno scorso, quindi sentiranno questo problema in misura un po’ inferiore rispetto a quello che avremmo potuto sentire noi.

Sei contento di giocare in casa o era meglio tentare di allungare la striscia positiva in trasferta?

Certo che lo sono. Posso pensare che qualcuno, specie dei più giovani, possa sentire l’emozione di giocare una partita decisiva di fronte agli amici o a i familiari. Questo è uno sport in cui l’emozione si concilia male con la buona prestazione. Però va benissimo così, alla fine si gioca riposati, si spendono anche meno soldi che non è indifferente. Il campo è il nostro, lo conosciamo, ci siamo abituati.

Come stanno i tuoi giocatori complessivamente?

Li vedo bene. Devono imparare ad evitare certe sciocchezze che continuano a fare in campo, però siamo coscienti di andare a giocarci l’accesso alla finale con quella che è la squadra più forte della conference del sud Italia. Cercheremo di batterli, perché non c’è altro ragionamento. Siamo arrivati ad un punto in cui tutte le chiacchiere vanno azzerate, non c’è più nulla da dire se non scendere in campo per dare il massimo, non per pareggiare ma per vincere.

Ti aspetti il pubblico delle grandi occasioni?

Qui a Cagliari delle cose si parla quando si vince. Per far parlare di noi al di fuori della cerchia degli appassionati, degli amici e dei familiari, dobbiamo vincere un campionato. In quel caso diventeremo simpatici e alle nostre partite verrà anche gente che non è interessata. Fin quando questo non accadrà verrà la cerchia degli amici, che non è roba di poco conto. Vantiamo una buona tifoseria, le persone che ci seguono sono molte, in altri campi d’Italia ho visto molta meno gente. Bisognerebbe cambiare un po’ la mentalità cagliaritana, ma non penso che sia facile.

Analogie con la squadra che per tre volte arrivò in semifinale dal 2003 al 2005?

Era una squadra diversa con persone diverse. Molti di loro giocavano da più tempo. Adesso sia in attacco, sia in difesa, abbiamo atleti che giocano da poco. A quei tempi c’erano maggiori aspettative e maggiore senso di rivalsa, perché ad un certo punto c’era la coscienza di essere forti. Non so se adesso abbiamo questa stessa coscienza.

Però quella attuale è una formazione molto interessante

Fare paragoni non è molto simpatico e non ha neppure senso, però penso che nel prossimo futuro questa squadra possa fare bene a condizione che i ragazzi abbiano voglia di impegnarsi, sia come singoli, sia come collettivo. I Crusaders sono arrivati a giocare la finale contro i Guelfi Firenze allo stadio Artemio Franchi, a vincere il campionato l’anno successivo e a giocarsi la semifinale contro i Barbari nel 2005 perché comunque era una squadra affiatata che aveva un’unità di intenti. Andavano tutti in palestra, fisicamente si allenavano molto ed i risultati si sono visti.

Non è semplice raggiungere quei livelli

Purtroppo il football è fatto così, è uno sport che non può fare a meno dell’ unitarietà di intenti e di un livello medio alto: senza non si va avanti. Per livello medio non intendo solo quello tecnico ma anche quello fisico. Nel football è molto vero il detto che la tua squadra è tanto forte quanto è più forte l’elemento più debole. Il team di football dovrebbe essere un complesso armonico in cui tutto quanto funziona. Se non funziona una cosa, stai pure certo che gli avversari andranno a cercare quella cosa. L’abilità sta proprio nello sfruttare i punti deboli dell’avversario.

 

foto Maria Cangemi

A TU PER TU CON IL QB SERGIO ANDREA MELONI, IL PIU’ LONGEVO DEI ROSSO ARGENTO

Il primo giugno ha spento quaranta candeline, ma chi lo vede divincolarsi nel vorticoso esodo di iarda in iarda non può camuffare lo stupore. Sergio Andrea Meloni, qb sopraffino, pur essendo il nonnetto della squadra, gode della stima e del rispetto degli avversari. Tutti ne parlano bene perché il lancio a sensazione arriva quando meno te l’aspetti. Interpreta un gioco molto emozionale, la sua carta d’identità in quei frangenti potrebbe alleggerirsi anche di tre lustri. Nella sua lunga carriera si è tolto tante soddisfazioni, come quella di vincere il titolo italiano nel 2004. Uno della sua tempra non lo si può immaginare su una spiaggina, spaparanzato sotto il sole per ore e ore. Eppure provate a fare una capatina nei poettiani Lido e Twist bar nel bel mezzo dell’estate: lo vedrete gaudente e nero come la pece. Laureato in ingegneria, svolge la libera professione. Ovviamente il suo gioco è condizionato dai grandi miti della sua adolescenza e non solo: “Nei primi anni ’90 tifavo per i 49ers visto che i due qb Montana e Young hanno fatto storia; ora tifo per i Patriots e penso che Brady sia, attualmente, il qb più completo, mi piacerebbe ispirarmi a lui, ma il divario tecnico-atletico è abissale”.

Partiamo dagli inizi

Ho iniziato nel settembre del ’91 (21 anni), portato dal fidanzato di una mia amica. Ai primi contatti con casco e shoulder, però, ho pensato tra me e me “ma chi …azz. me lo fa fare”. Dopo però ho apprezzato questa sana “follia” dei giocatori di football.

Come ti sei ritrovato a fare il qb ?

Il primo impatto con il coach Clarkson era stato abbastanza significativo: mi chiese se e cosa conoscevo del football americano per vedere che ruolo farmi fare. Io che non ne sapevo praticamente niente, risposi “voglio fare quello che lancia”; dopo tale risposta molto tecnica, venni assegnato al secondario difensivo e fino al ’94 ho giocato da cornerback e da safety. Nel ’94 eravamo a corto di qb e allora chiesi di poter provare; da allora ho giocato prima in doppio ruolo (qb e safety) e poi, vista la veneranda età, solo da qb.

Per te é la quarta semifinale nel football a nove, cosa ricordi delle precedenti?

L’emozione e la gioia di veder concretizzato il lavoro di anni di sacrifici.

E delle due finali cosa mi racconti?

Ho un bel ricordo, di Firenze in particolare. Lo scenario e l’organizzazione, mentre di quella vinta l’anno successivo ricordo la gioia di squadra incontrollabile, quello che ha vinto era un gruppo molto unito.

Altri momenti unici vissuti con i Crusaders?

Sarebbe limitante raccontarne solo alcuni; la cosa bellissima dei Crusaders è il gruppo che ti spinge a continuare sempre, anno dopo anno, anche solo per il piacere di stare con loro. Non so come spiegarlo, per me è una specie di droga.

Sei anche un dirigente, avete le casse vuote ma siete comunque felici. Perché il football a Cagliari viene snobbato dalle istituzioni?

Il discorso è molto lungo. E’ oramai palese che gli sport minori (minori solo per la visibilità televisiva e, di conseguenza, per il minor seguito di tifosi e sponsor) abbiano tutti grossi problemi di sopravvivenza. Aiutare uno sport minore ha poco ritorno politico. Non si è riusciti a giocare due anni nello stesso campo perché il calcio monopolizza sia sponsorizzazioni che strutture sportive.

Quest’anno avete cominciato con due sconfitte, com’era il morale in quei giorni?

Era sempre alto perché ci si è resi conto che il divario tra le due squadre non era abissale, basta solo più concentrazione e meno errori

Dunque gli Shark non sono imbattibili?

Non esistono squadre imbattibili ai nostri livelli.

Com’é l’affiatamento tra voi compagni?

Come già detto la squadra è molto unita.

Con gli under avete legato subito?

In campo non c’è differenza tra junior e senior, ma solo tra giocatori che fanno la cosa giusta e quella sbagliata, penso che questo sia stato subito capito anche dai neofiti.

Sono scappati in molti dopo le prime botte ?

Si sono integrati subito. Il contatto, ovviamente, porta il neofita a capire se il football sia o meno il suo sport, però anche se lascia il campo continua a restare vicino alla squadra.

Dopo di te ci sarà un degno successore?

C’è già. Simone Moccia è un ottimo qb, gioca in maniera intelligente ed è molto seguito dalla squadra.

Hai già deciso quando appendere il casco al chiodo?

No comment.

I tuoi rapporti con il coaching staff?

Il rapporto è ottimo, oltre che i miei allenatori sono anche miei cari amici fuori dal campo.

foto Juliette
foto Maria Cangemi

IL CAMMINO DEI CRUSADERS NEL CAMPIONATO ITALIANO A NOVE FIDAF 2010 GIRONE ISOLE

03 aprile          Sharks Palermo         Cardinals Palermo     46 – 0  
11 aprile          Crusaders Cagliari     Sharks Palermo         14 – 18
18 aprile          Cardinals Palermo     Sharks Palermo         06 – 42
24 aprile          Sharks Palermo         Crusaders Cagliari     20 – 14
02 maggio       Crusaders Cagliari     Cardinals Palermo     48 – 20
08 maggio       Cardinals Palermo      Crusaders Cagliari    13 – 36

CLASSIFICA:
Sharks 8, Crusaders 4, Cardinals 0.

OTTAVI  DI FINALE PLAY – OFF

22 maggio           Doves Bologna – Islanders Venezia                      08 – 46
22 maggio           Eagles Salerno – Dragons Salento                       42 – 09
23 maggio           82’ers Napoli – Crusaders Cagliari                12 – 46
23 maggio           Aquile Ferrara – Centurions Alessandria              34 – 20

QUARTI DI FINALE PLAY – OFF

29 maggio           Blitz Cirié – Aquile Ferrara                                           0 6 – 02
30 maggio          Neptunes Bologna – Islanders Venezia                          20 – 42
30 maggio          Sharks Palermo      – Eagles Salerno                             40 – 00
30 maggio         Wild Boars Bari    –   Crusaders Cagliari                  14 – 23

SEMIFINALI PLAY OFF

05 giugno Islanders Venezia – Blitz Ciriè               ore 18.00
06 giugno Crusaders Cagliari – Sharks Palermo    ore 17.30

LINK UTILI:

FEDERAZIONE ITALIANA FOOTBALL AMERICANO (FIDAF)

Gipi Puggioni – Ufficio Stampa Crusaders Cagliari